Capitolo 23
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Riassunto

Durante le numerose campagne di scavo nella Terramara di Pilastri, il terreno rimosso, pertinente ai differenti strati antropici, è stato setacciato o flottato ad acqua, permettendo il recupero di numerosi resti faunistici riferibili a grandi e piccoli vertebrati. Per quanto concerne la fauna a grandi mammiferi, il grado di determinazione del campione risulta piuttosto basso poiché i reperti si presentano molto frammentati e spesso recano evidenti tracce di modificazione antropica.

Sono stati finora registrati quasi 3.700 frammenti scheletrici per la maggior parte recuperati durante le ultime tre campagne di scavo (2016-2018). Due terzi dei resti finora studiati proviene dal Saggio B, in cui sono state poste in luce le strutture funzionali all’area produttiva (la capanna-laboratorio). L’elevato grado di frammentazione dei materiali scheletrici ha permesso soltanto nel 30% circa dei casi l’attribuzione specifica, rivelando una alta prevalenza di animali domestici rispetto ai selvatici. Nel deposito sono presenti soprattutto ovicaprini, seguiti dai maiali e dai buoi, mentre rari sono i resti di cani e praticamente assenti quelli riferibili agli equidi.

Per quanto concerne i taxa selvatici, a fronte di una grande variabilità specifica che vede presenti il cervo, il capriolo, il cinghiale, il lupo, il tasso, la martora e il castoro, i resti ossei recuperati sono comunque scarsi. Sono inoltre state riconosciute porzioni scheletriche di testuggini e uccelli. Durante le fasi di ricerca ed individuazione dei reperti ittiologici effettuato mediante il vaglio manuale dei campioni di terreno, sia flottati, sia ancora da flottare, raccolti ai fini del recupero dei macroresti vegetali, sono stati ritrovati, e isolati, numerosi resti ossei riferibili alla fauna a piccoli vertebrati. Si tratta soprattutto di ossa lunghe relative a rettili e anfibi anche se non mancano resti pertinenti a piccoli mammiferi, probabilmente roditori. Numerose sono le porzioni diagnostiche, soprattutto mandibole, che potranno essere oggetto, in futuro, di una puntuale determinazione specifica. La loro dispersione all’interno dei vari strati archeologici, lascia supporre che si tratti per lo più di materiale intrusivo rispetto al resto delle ossa recuperate, data la presenza di numerose tane animali esposte e scavate, soprattutto nel Saggio B, che hanno, in molte occasioni, disturbato il deposito antropico. Tali resti rimangono comunque ottimi indicatori ambientali che potranno fornire numerose informazioni sull’ambiente, sia coevo sia posteriore, all’occupazione protostorica dell’area oggetto di indagine.

Nel presente contributo saranno, invece, presentate tutte le indagini archeozoologiche e tafonomiche condotte sui materiali faunistici provenienti dai differenti contesti, soprattutto relativi al Saggio B che, indagato in estensione, consente di tracciare un quadro generale dello sfruttamento delle risorse animali nella Terramara di Pilastri fra il BM e il BR con un breve cenno all’occupazione dell’area dopo l’abbandono dell’insediamento.

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Capitolo 23

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Autore corrispondente

Elena Maini, ArcheoLaBio – Centro di Ricerche di Bioarcheologia, Dipartimento di Storia Culture Civiltà, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna.

elena.maini@unibo.it

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Come citare questo capitolo

Maini, E., Lattao, V., Corazza, S., Gorello, L. E., Thun Hohenstein, U. 2021. Capitolo_23. La fauna: analisi archeozoologica e tafonomica dei resti raccolti nelle campagne 2016-2018. In M. Vidale, S. Bergamini, G. Osti, V. G. Prillo, C. Reggio, F. Trevisan, I Pilastri della Terramara. Alle radici di economia, società e ambiente nel territorio di Bondeno, Volume 2 – Prima e Dopo lo Scavo, pp. 295-342. Treviso: Edizioni Antilia.